Insolvenza

La riforma dell’insolvenza delle imprese. Sempre più colpite dall’energy crunch
L’economia mondiale è sempre più nell’occhio del ciclone. Se la pandemia ha messo in ginocchio le imprese dei settori più colpiti dalle chiusure, il post- emergenza non fa sconti: le minacce arrivano infatti dalla carenza di materie prime, che si sta allargando a macchia d’olio. L’istituto di ricerca Nomisma segnala criticità per rame, acciaio, allumino e zinco, oltre che magnesio. L’allarme è legato poi anche alla carenza dei semiconduttori. La crisi colpisce in particolare il settore dell’automotive: mancano componenti passivi, come magneti e condensatori. Ma sono tanti i settori gravemente colpiti. A partire dall’organizzazione degli eventi e dalla ristorazione che ancora paga il conto delle chiusure forzate.

Il paradosso che si sta verificando in tutto il mondo è di fatto legato a una domanda in espansione e una produzione che non riesce a tenere il passo. Un fenomeno che gli economisti definiscono come il combinato disposto di energy crunch e crisi della supply chain, quel sistema complesso e interconnesso di trasporti, rifornimenti e aumenti dei prezzi energetici che muovono la macchina della globalizzazione. Proprio quel sistema che negli ultimi tempi è andato in tilt.

Crisi delle imprese e nuove discipline
Visto il panorama di crisi, il legislatore italiano è intervenuto negli ultimi mesi rinviando misure importanti. L’ultimo tassello è la riforma della disciplina dell’amministrazione straordinaria delle imprese in stato di insolvenza. Questa legge ha come obiettivo, oltre che le concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico, quello di salvaguardare la continuità produttiva e l’occupazione, sia diretta che indiretta.

La riforma ha superato il primo passaggio parlamentare. La Camera ha infatti approvato la delega al Governo per il provvedimento, modificando la normativa contenuta nella legge Prodi-bis e nella legge Marzano. Il testo deve ora superare l’altro passaggio al Senato.

Cosa prevede la riforma dell’insolvenza
Con il nuovo testo il legislatore mira a creare una procedura unica di amministrazione straordinaria per regolare l’insolvenza di singole imprese o gruppi industriali. Resta ferma la cosiddetta struttura bifasica della procedura, ovvero quella secondo la quale il tribunale dispone l’ammissione del debitore all’amministrazione straordinaria, dopo aver verificato i presupposti, fra i quali in particolare le prospettive di recupero dell’equilibrio economico dell’attività imprenditoriale.

La dimensione d’impresa
La legge stabilisce poi un criterio quantitativo per l’ambito di applicazione della disciplina. La dimensione aziendale è definita a seconda quindi del numero di dipendenti: 250 per le imprese singole e 800 nel caso di gruppi di più imprese. Al criterio del numero di dipendenti per la definizione del requisito dimensionale è stato affiancato quello del volume d’affari degli ultimi tre esercizi.

Gli obiettivi di risanamento per le imprese in crisi
La competenza sulla procedura dell’amministrazione straordinaria è stata affidata alle sezioni speciali in materia di impresa presso i tribunali delle corti d’appello. Uno dei punti più importanti della nuova disciplina è l’istituzione, presso il ministero dello Sviluppo Economico, dell’albo dei commissari straordinari per l’amministrazione delle grandi imprese in crisi. Questi soggetti devono essere in possesso di particolari requisiti, a partire dall’esperienza, almeno quinquennale, nella gestione di crisi di impresa. Il Governo dovrà provvedere con periodicità almeno triennale ad aggiornare l’albo.

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