Tutto quello che c’è da sapere sul Nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza
Nuovo Codice Crisi di Impresa. Nel contesto del diritto fallimentare il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha rappresento una notevole innovazione di tutto il sistema che era in vigore fino a quel momento. Il riferimento è alle nuove disposizioni relative, appunto, alla crisi e all’insolvenza. Ma quel che merita di essere messo in evidenza è anche un approccio diverso rispetto alle aziende in crisi. Più nel dettaglio, si riscontra un approccio che sembra essere finalizzato a procedure grazie a cui sia possibile proseguire l’attività d’impresa in confronto alla semplice liquidazione.
Le caratteristiche del nuovo codice
Merita di essere menzionato anche il nuovo obbligo di salvaguardia il cui obiettivo è quello di identificare in modo tempestivo le società in crisi, per supportare l’impiego di strumenti che almeno all’inizio sostengano i processi di ristrutturazione.
Il codice, a cui ormai si fa riferimento anche tramite l’acronimo CCII, deve la propria entrata in vigore al Decreto Legislativo n. 14 del 12 gennaio del 2019. Quest’anno, invece, il governo ha apportato delle modifiche conseguenti alla Direttiva UE 2019/1023, indicata con il nome di Direttiva sull’Insolvenza, che riguarda l’esdebitazione, le interdizioni e i quadri di ristrutturazione preventiva, ma anche le misure che hanno lo scopo di aumentare il livello di efficacia delle procedure di ristrutturazione, di insolvenza e di esdebitazione.
Le tempistiche
Questa direttiva ha consentito di modificare la direttiva 2017/1132 della UE. Era previsto che il codice diventasse operativo ad agosto del 2020, ma poi tutto è cambiato a causa del Covid. La pandemia, infatti, ha provocato più di un rinvio, con le dilazioni che sono diventate indispensabili per recepire le disposizioni presenti nella Direttiva sull’Insolvenza.
In ogni caso, dal 15 luglio del 2022 la vecchia legge fallimentare è stata sostituita dalla nuova legge. Si pensi che quella in vigore fino a pochi mesi fa non era che l’attuazione del Regio Decreto 267 risalente al 16 marzo del 1942.
E per le procedure concorsuali cominciate prima del 15 luglio? In questo caso il riferimento continua ad essere quello della precedente legge fallimentare.
La programmazione di bilancio e la pianificazione industriale
L’articolo 3 del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza e il novellato articolo 2086 del codice civile fungono da corollario rispetto agli obblighi ai quali devono attenersi gli imprenditori in relazione alla rapida identificazione dei segnali di crisi.
Gli imprenditori, in particolare, hanno l’obbligo di prevedere delle misure organizzative appropriate, così come precauzioni di carattere contabile e amministrativo in funzione della natura e delle dimensioni dell’impresa. Ne deriva un nuovo scenario nel cui contesto rivestono una funzione di primaria importanza la programmazione del bilancio e la pianificazione industriale.
Più nello specifico, le tutele che vengono citate hanno lo scopo di consentire alle imprese di prevenire l’instabilità finanziaria e appurare che gli indebitamenti siano realmente sostenibili; lo stesso dicasi per le prospettive di continuità aziendale per l’anno successivo.
Quali sono i segnali di allarme individuati dal Codice
Lo stesso Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza all’articolo 3 individua degli specifici segnali di allarme per una veloce attivazione degli organi sociali, affinché sia possibile superare le crisi finanziarie.
Un segnale di allarme, in particolare, consiste nelle passività verso i fornitori superiori alle passività non scadute e che sono scadute da almeno 90 giorni. In più, un ulteriore segnale è costituito dai pagamenti in ritardo di quegli oneri retributivi la cui scadenza sia già trascorsa da almeno 30 giorni e che siano superiori della metà del totale delle passività mensili. Infine bisogna menzionare le esposizioni nei confronti del sistema creditizio e degli intermediari per il 5 per cento o più delle esposizioni scadute da almeno 60 giorni, come pure gli interessi di mora che determinano l’attivazione degli obblighi di segnalazione.
Come comportarsi a fronte di una crisi
Per la risoluzione di una crisi, gli strumenti che possono essere utilizzati dagli imprenditori sono molteplici, a prescindere da quanto sia grande la loro azienda e dalla sua natura. In particolare, si può valutare l’ipotesi di una composizione negoziata attraverso l’accesso alla Camera di Commercio del territorio di riferimento. Gli imprenditori e gli amministratori delle società sono obbligati a favorire gli interessi dei creditori a dispetto degli interessi dei soci.
Quali sono le caratteristiche della composizione negoziata? Si tratta di un accordo di natura volontaria a cui si può accedere tramite una piattaforma online; è una possibilità a disposizione di tutte le imprese che si trovano in condizioni di instabilità finanziaria ed economica che permettono di considerare ancora possibile un recupero. In alternativa possono essere previsti piani di risanamento o ristrutturazioni.
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