Assegni protestati: come cancellare un protesto
Il protesto entra in vigore dal momento in cui, avendo emesso un assegno, non venga pagato entro il termine di scadenza risultando scoperto. Gli assegni bancari sono titoli di credito come le cambiali e i vaglia, ognuno di questi può andare in protesto se non coprono l’importo dovuto entro la data indicata sul documento o decisa in fase contrattuale. Come risolvere il problema riabilitando il nome dell’azienda o del professionista?
Quando avviene il protesto di un assegno?
La condizione di protesto avviene entro i due giorni successivi alla scadenza del titolo di credito emesso in caso di cambiali, mentre per gli assegni il termine ultimo varia da 1 a 2 settimane dalla data indicata su di esso. Quando un assegno non viene pagato per assenza o insufficienza di fondi, il protesto viene inviato alla Camera di Commercio competente che provvede a pubblicare il soggetto o l’azienda responsabile nella banca dati dei cattivi pagatori.
Nell’elenco dei debitori vengono inseriti non solo i soggetti che non mantengono gli impegni economici per abitudine e volontà ben precisa, ma anche coloro che non hanno assolto al loro compito per dimenticanza o un ritardo involontario. Per questi ultimi essere inseriti nella lista dei cattivi pagatori risulta molto dannoso in quanto si perde di credibilità come professionista o azienda.
Cosa fare quando viene protestato un assegno?
Avere un assegno protestato non significa che questa sia una condizione permanente per l’azienda. Tale situazione viene cancellata dopo 5 anni in automatico, un periodo lungo in cui l’impresa o il professionista segnalato potrebbe avere forti difficoltà ad avere credito da banche o società finanziare. Per tale motivo è bene cercare di risolvere rapidamente il problema chiedendo la cancellazione dall’elenco cattivi pagatori.
La richiesta deve essere inviata al presidente della Camera di Commercio del territorio in cui si opera avendo cura di scriverla e compilarla in modo corretto. Se non si ha la certezza di come effettuare questa importante operazione è meglio rivolgersi a professionisti di consulenza aziendale in modo da evitare eventuali errori che potrebbero allungare i tempi o vedere negata la cancellazione del protesto. Nel caso in cui avvenga quest’ultima sgradevole evenienza si dovrà ricorrere al Giudice di pace per un ulteriore tentativo.
Come cancellare il protesto e riabilitare l’azienda?
Il pagamento dell’importo dovuto deve avvenire entro un anno dalla scadenza del titolo di credito, se questo non accade si dovrà fare richiesta della riabilitazione aziendale e cancellazione dall’elenco cattivi pagatori. Per fare ciò ci si dovrà rivolgere al Tribunale di competenza del territorio in cui si risiede o dove si trova la sede legale dell’azienda. Trattandosi di un assegno non è possibile ottenere la cancellazione automatica del protesto in seguito al saldo dell’importo. In questo caso specifico si deve presentare richiesta di eliminazione dal registro informatico protesti che deve essere preceduta dalla domanda di riabilitazione.
Si ricorda che il protesto di un assegno bancario o assegno postale, ovvero il suo mancato pagamento, comporta una serie di sanzioni e provvedimenti penali. Data la diversità delle varie situazioni professionali si deve stabilire la migliore strategia personalizzata seguendo le specifiche realtà. Per tale ragione si consiglia di rivolgersi a esperti del settore per non incorrere in vizi di forma che porterebbero alla negazione della cancellazione dall’elenco cattivi debitori. Richiedi ora una consulenza aziendale specifica e senza impegno per analizzare la situazione e valutare le diverse soluzioni fino a raggiungere una riabilitazione aziendale con visura libera da protesti e un’ottima reputazione del brand.